Ricordavo un paese completamente diverso!
Un paese ricco di giovani, di allegria e spontaneità, con una gran voglia di divertirsi, con la voglia di vivere la vita.
Ricordavo il va e vieni nella strada principale. Un va e vieni che aveva la sua motivazione di base: incontrare gli amici, scambiare quattro chiacchiere, ma soprattutto, raccontare storie, le proprie avventure, i propri amori, le proprie delusioni, le proprie speranze.
Un va e vieni di storie che venivano raccontate nel buio della sera, consci che sarebbero rimaste li, perché un tempo ci si poteva fidare degli amici.
La parola amicizia aveva un significato importante, era più di un legame di sangue, era l'anima, l'essenza della stessa vita.
Ma questa è un altra storia!
Oggi son qui, in quello stesso paese, quasi dimenticato da Dio.
Un paese in cui vige un alto tasso di disoccupazione, strade deserte, giusto quattro gatti in un bar, con un unico grande discorso: mancanza di lavoro.
Un paese, dove non ci si incontra per profonda amicizia, ma per parlare di problemi, per scroccare, quando possibile, un invito, a volte ci si accontenta di un sorriso, perché a una certa età, un sorriso guarisce mille ferite.
E già, perché è diventato un paese di vecchi. I giovani preferiscono allontanarsi, frequentare posti che riescano a regalargli cinque minuti di musica a menetta, preferiscono la ressa delle zone turistiche e abbandonano il proprio paese di origine senza far nulla per risanarlo, per riportargli la carica di un tempo.
L'estate, un periodo che potrebbe,anzi è, di buon auspicio per feste e sano divertimento, in questo paese non riesce a dar un minimo di idee, un po' di sprint per riportarlo, almeno in parte a ciò che è stato e che forse non sarà mai più.
Ci si lamenta, ma non si fa niente, lo si lascia morire, nei suoi ricordi, con il rimorso di ciò che non potrà mai essere, tra un rintocco di campane e l'altro che ormai da troppo tempo, serve ad annunciare solo una morte.
E con quella morte, tutti son consapevoli che va via un pezzo di storia, un ricordo, una memoria di ciò che un tempo era ricchezza, spirito, allegria, inventiva, voglia di vivere, un paese completamente diverso.
Un paese ricco di giovani, di allegria e spontaneità, con una gran voglia di divertirsi, con la voglia di vivere la vita.
Ricordavo il va e vieni nella strada principale. Un va e vieni che aveva la sua motivazione di base: incontrare gli amici, scambiare quattro chiacchiere, ma soprattutto, raccontare storie, le proprie avventure, i propri amori, le proprie delusioni, le proprie speranze.
Un va e vieni di storie che venivano raccontate nel buio della sera, consci che sarebbero rimaste li, perché un tempo ci si poteva fidare degli amici.
La parola amicizia aveva un significato importante, era più di un legame di sangue, era l'anima, l'essenza della stessa vita.
Ma questa è un altra storia!
Oggi son qui, in quello stesso paese, quasi dimenticato da Dio.
Un paese in cui vige un alto tasso di disoccupazione, strade deserte, giusto quattro gatti in un bar, con un unico grande discorso: mancanza di lavoro.
Un paese, dove non ci si incontra per profonda amicizia, ma per parlare di problemi, per scroccare, quando possibile, un invito, a volte ci si accontenta di un sorriso, perché a una certa età, un sorriso guarisce mille ferite.
E già, perché è diventato un paese di vecchi. I giovani preferiscono allontanarsi, frequentare posti che riescano a regalargli cinque minuti di musica a menetta, preferiscono la ressa delle zone turistiche e abbandonano il proprio paese di origine senza far nulla per risanarlo, per riportargli la carica di un tempo.
L'estate, un periodo che potrebbe,anzi è, di buon auspicio per feste e sano divertimento, in questo paese non riesce a dar un minimo di idee, un po' di sprint per riportarlo, almeno in parte a ciò che è stato e che forse non sarà mai più.
Ci si lamenta, ma non si fa niente, lo si lascia morire, nei suoi ricordi, con il rimorso di ciò che non potrà mai essere, tra un rintocco di campane e l'altro che ormai da troppo tempo, serve ad annunciare solo una morte.
E con quella morte, tutti son consapevoli che va via un pezzo di storia, un ricordo, una memoria di ciò che un tempo era ricchezza, spirito, allegria, inventiva, voglia di vivere, un paese completamente diverso.
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