Si era ripresa i soldi che le aveva rubato dalla borsetta…. scendeva le scale… “Puttana, sei solo una puttana!
Ma te la farò pagare” Quelle parole le rimbombavano nella testa come un martello pneumatico… “Un giorno sarai vecchia, non avrai niente e mi cercherai… e io non ci sarò…”. Il magone le serrava la bocca, le riempivano gli occhi di gocce amare… “Si son puttana… per aver messo al mondo uno come te! Si son puttana per continuare ad amare uno come te!” stava per piangere, serrò i pugni e trovò la forza di continuare “Tranquillo, quel giorno non arriverà ami, piuttosto la morte”.
Parole crude, uscite per rabbia, lo sapeva, ma erano parole forti, pesante, penetranti, che facevano sanguinare il cuore molto più di una lama di coltello ben affilata…
Scese giù, gli occhi del marito infiammati di rabbia, gli occhi del suo piccolo che le chiedevano un sorriso… e trovò quel sorriso, un sorriso splendido… poi rivolta al marito “Bè, non stavi preparando un invito? Ma caro ti devo dire tutto io?” Strizzò l’occhio, come se niente fosse accaduto, come se niente fosse stato detto…
Preparò la cena… e chiamò tutti a tavola… tutti nessuno escluso, con quelle parole che continuavano a bombardare… a scatenare l’inferno nella sua mente… ma sorrise tutta sera, raccontando storie, essendo la più soave tra le donne…
Giunse la notte, la sua amica notte, quella che riusciva a darle pace, tranquillità, complicità…
Invece…
E invece pianse, pianse e pianse, fino a esaurire anche l’ultima lacrima, conscia che non sarebbe stata l’ultima volta… conscia che quello era solo l’inizio, l’inizio di quello che poteva ritenersi la fine…
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